Cattedrale di Rossano

LA CATTEDRALE ‘MARIA SS.ma ACHIROPITA’

ITINERARIO STORICO

La diocesi di Rossano, sorta tra l’VIII-IX secolo, divenne sede metropolitana sul finire del sec. XI ad opera dei Normanni. La promozione comportò una nuova Cattedrale più ampia e dignitosa rispetto all’antica, per cui si scelse come nuovo sito un luogo già noto e praticato dalla pietà popolare per la presenza di un antico oratorio eremitico frequentato dal monaco Efrem (sec. VI) nella zona di Rossano detta ‘Acqua Molle’. Qui la Theotokos, la Madre di Dio, era venerata col titolo di Achiropita (dipinta non da mano).
I recenti lavori di ristrutturazione hanno portato alla luce dentro l’area presbiterale i resti di questo edificio sacro, oggi occupati dall’altare maggiore ed in parte dal coro ligneo.
Ai primi del sec. XII la nuova Cattedrale risulta già funzionante e nel 1193 riceve la visita del re Tancredi, che per devozione lasciò 3 once d’oro per una lampada perpetua da far ardere davanti all’icona dell’Achiropita, che ne era divenuta il cuore ed il centro di attrazione.
Costruita in 3 navate (la quarta, quella delle ‘Cappelle’, venne aggiunta nel sec. XVII) e con una struttura più contenuta, ricevette l’assetto architettonico attuale ad opera dell’arcivescovo Giacomo, che, con il contributo del re di Napoli Roberto d’Angiò, intorno al 1330 provvide ad allungarla dalla parte dell’abside e probabilmente anche dalla parte della facciata.
L’arcivescovo Gregorio (1348-63) completò i lavori del coro e l’arricchì del Campanile e del Fonte battesimale.
Successivamente, nel corso dei secoli, molti altri elementi andarono ad aggiungersi, per cui lo stile oggi risulta composito e complessivamente ben combinato.
Nella prima metà del sec. XV l’arcivescovo Sergentino Roda la revisionò radicalmente nella struttura con l’impegno di grosse somme di denaro. Il passaggio poi dal rito greco al rito latino intorno al 1460-62 comportò l’abbattimento delle iconostasi davanti all’altare e quindi una ulteriore ristrutturazione generale degli spazi adattati alla liturgia occidentale. Nel 1580 inoltre Mons. De Lancellottis vi apportò rilevanti rifacimenti che portarono ad una nuova consacrazione del sacro tempio.
In tutto questo daffare di lavori proprio in questo periodo il bel pavimento in mosaico, recentemente venuto alla luce, sarà stato sacrificato per ottenere nell’area presbiterale fosse tombali per le sepolture dei vescovi e dei sacerdoti.
Il secolo XVII lascia la sua impronta nel tetto ligneo della navata centrale di Mons. Sanseverino (1592-1612), nell’Organo a canne iniziato da Mons. Ercole Vaccaro (1619-24) e soprattutto nella navata delle Cappelle devozionali (la quarta) dovuta all’arcivescovo iacomo Carafa (1647-53).
Importanti lavori sull’impianto architettonico si devono ai primi del Settecento all’arcivescovo Andrea Adeodati (balaustre intorno agli altari, tetto a cassettoni lignei delle navate laterali, la cappella di S. Benedetto col nuovo Fonte battesimale, ecc.) e a Mons. Stanislao Poliastri (il monumentale pulpito marmoreo datato 1752).
Dei primi del Novecento sono il rivestimento delle colonne in marmi policromi e gli altari della navata lato Porta Piccola a cura di Mons. Orazio Mazzella, che provvide anche al restauro del cassettonato della navata principale.
Gli arcivescovi successivi – G. Scotti, D. Marsiglia, G. Rizzo, A. Cantisani, S. Sprovieri, A. Cassone, S. Marcianò – ognuno per la sua parte – hanno lasciato in Cattedrale i segni della loro presenza e della cura pastorale.
Il 26 maggio 1949, con decreto dell’arcivescovo Giovanni Rizzo, la Cattedrale è stata dichiarata Santuario Diocesano.

Fonte: rossanocariati.it