Pizzo Castello Murat

“Mirate al petto…non al viso”
Eroiche le ultime parole pronunciate prima di morire. Non c’è paura nel tono della voce. Lo sguardo rivolto verso quel mare che prometteva grandi vittorie e che invece l’ha condotto sino all’ ultimo dei suoi giorni, lo stesso mare che lo separa dai suoi grandi amori: Carolina, Achille, Letizia, Lucien e Luisa.

La storia del Castello di Pizzo è legata alla morte di Gioacchino Murat, Re di Napoli, uomo valoroso, impavido che a Pizzo cercava la vittoria e la riconquista del suo regno e invece vi trovò la morte.

All’ interno del maniero una ricostruzione storica riproduce gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat, rappresentando i diversi momenti della detenzione del Re e dei suoi uomini: all’ interno delle celle, nei semisotterranei, è riprodotta la loro prigionia; al primo piano è rappresentata la scena del sommario processo contro il Murat; nella cella in cui il Re trascorse gli ultimi momenti della sua vita e in cui scrisse la lettera di addio alla moglie Carolina e ai suoi quattro figli, sempre al secondo piano, è riproposta la scena della confessione del Re con il Canonico Masdea.

Visitare il Castello di Pizzo significa rivivere in prima persona le vicende storiche che segnarono il destino di un popolo.

Nel suo complesso, il Castello conserva il suo aspetto originario.

Esso si sviluppa su una pianta quadrangolare inscritta in un trapezio di metri 50*74*38*74.

Un tempo si accedeva attraverso un ponte levatoio, oggi sostituito da un piano di calpestio in muratura. Sul portale principale della porta d’ingresso c’è una lapide che ricorda Gioachino Murat, cognato di Napoleone e prigioniero più famoso che, all’interno di esso, venne fucilato.

In parte danneggiato dal terremoto del 1783 che distrusse le camere superiori che furono poi riedificate nel 1790 a cura e spese dell’Amministrazione Ducale.

Oggi, alcune delle sue strutture sono andate perdute; mentre, per il resto, la costruzione conserva il suo aspetto originario.

Il castello è composto da un piano a livello stradale e da un piano superiore. Sotto il piano a livello stradale, vi sono i sotterranei ai quali è vietato l’accesso, ma si narra che conducano fuori città, nei pressi di Vibo Valentia (circa a 11 Km) e verso il lago Angitola (circa a 7 Km).

La parte della fortezza oggi visitabile riguarda i semisotterranei e il piano superiore.

All’interno del maniero una ricostruzione storica con dei manichini in costume riproduce gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat: nei semi sotterranei un corridoio lungo e stretto conduce alle celle nelle quali furono rinchiusi Murat ed alcuni soldati della sua spedizione; al primo piano la sala in cui si svolse il sommario processo contro l’ex Re di Napoli, la cella in cui egli trascorse gli ultimi momenti della sua vita, nella quale si confessò con il Canonico Masdea e, infine, scrisse la lettera di addio alla moglie Carolina e ai suoi 4 figli. Sul ballatoio, il luogo in cui venne fucilato il 13 ottobre del 1815.

Dalle terrazze del Castello una vista sul Golfo di Sant’Eufemia e sullo Stromboli fumante, da qui inoltre, si può ammirare la piazza di Pizzo luogo di riunione storico per gli abitanti della cittadina.

Fonte: castellomurat.it